Cracovia


Minore è l'attesa, maggiore è la sorpresa. 
Questo sembra essere il leitmotiv del mio primo viaggio in Polonia.
Cracovia è stata una scelta dettata dal desiderio di visitare i campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau, di cui parlerò in una pagina dedicata (non con parole mie); se non avessi avuto questi validi motivi probabilmente non sarei arrivato fin qui. Almeno per un po'. 
L'antica capitale della vecchia Polonia è stata la base da cui mi sarei mosso, percorrendo quasi 600 chilometri in pochi giorni e apprezzando aspetti di questa terra che mai avevo considerato.


La natura innanzi tutto. Sebbene la Polonia venga da un periodo in cui l'industrializzazione badava poco all'inquinamento, a questo aspetto è stata data una considerazione sempre maggiore e non stento a credere che fra qualche anno le immense risorse naturali, i boschi incontaminati e le zone "desertiche", saranno una risorsa enorme per tutta la nazione.


La zona intorno a Cracovia è formata da dolci colline tappezzate di campi coltivati e piccoli paesi. Dove non è arrivata la mano dell'uomo è intervenuta la natura ricoprendo ogni spazio incolto con fitti boschi di alte betulle.



















La splendida sorpresa nell'attraversare questi piccoli paesi, è di trovare un ordine maniacale: ad iniziare dalle strade, con un asfalto sempre perfetto, fino al più piccolo paese, dove ogni casa, ogni costruzione, è curata fin nei minimi dettagli.



Cracovia, di per sé, rappresenta una sorpresa ad ogni passo, ed io, questa volta, ne ho potuti percorrere pochi. Un po' perché avevo pochi giorni a disposizione e un po' perché la Polonia è un paese molto cattolico e la Pasqua, periodo in cui mi trovavo qui, è talmente tanto sentita che tutti i musei e le attrazioni osservano almeno due giorni di festa. Questo mi ha impedito di mettere il naso nei musei che avrei voluto vedere e mi ha concesso di visitare questa bellissima città dal lato più umano. Tra la gente.



Ho già parlato dell'estremo ordine che ho trovato in questa terra e il centro cittadino non fa eccezione. Il fatto che Cracovia sia stata risparmiata dalla distruzione dell'ultimo conflitto mondiale le ha permesso di conservare pressoché intatti i suoi gioielli e lo stato di conservazione in cui vengono proposti è assolutamente eccezionale.
Nell' '800 Honoré de Balzac la definì "il cadavere di una capitale", ma l'inestimabile patrimonio intatto di sontuosi palazzi, quasi 50 chiese e diverse sinagoghe, ne fanno un gioiello tutto da scoprire.

Città vecchia.
Il cuore di Cracovia era un tempo racchiuso tra le mura di Stare Miasto, l'antico quartiere dominato dal castello di Wawel. 

Ora la cinta muraria ha lasciato il posto ad una striscia di giardini che circonda tutta la parte vecchia, creando una barriera molto meno difficile da attraversare, ma molto più piacevole da vedere.






L'antico quartiere si sviluppa intorno all'enorme Rynek Główny, la più grande piazza medievale d'Europa. A dominare la piazza le due torri della Basilica gotica di Santa Maria, sebbene sia stata notevolmente rimaneggiata, al suo interno coesistono diversi stili che creano un'interessante armonia che arriva fino all'Art Nouveau.













La pala d'altare scolpita in legno di tiglio è una delle più importanti opere medievali di tutta la Polonia.






Molto più che un semplice rito amato dai turisti è la suonata di tromba che riecheggia dalla torre più alta della Basilica di Santa Maria. Succede ad ogni scoccare di ora, ma alle 12 di ogni giorno il trombettiere butta più fiato nello strumento.
La melodia che viene suonata si rifà ad una leggenda che arriva da periodi di paura, con i barbari alle porte. Il trombettiere, avendoli avvistati, dà l'allarme suonando l'Inno Mariano. Era il 1240 e la melodia venne interrotta dopo poche note perché i barbari erano così vicini da riuscire a colpirlo con una freccia. E proprio su quella nota si interrompe la melodia suonata ai giorni nostri, attrazione per i turisti, ma vero ricordo di tempi bui. 


Le chiese di S.Martino e di S.Andrea
Uscendo dalla piazza verso sud si percorre l'affollatissima Grodzka dove si incontrano l'imponente chiesa della trinità e la basilica di San Francesco. 

Ma la chiesa che rimane più impressa è quella di S.Andrea, costruita nel medioevo, ma gli interni sono stati ampiamente rimaneggiati, oggi appaiono nell'ultima versione barocca. 


Il Castello del Wawel.

L'imponente castello che domina Cracovia sfiora con la sua mole il fiume Vistola. Tutto il complesso è un miscuglio di stili architettonici, a memoria degli intensi rimaneggiamenti che il castello ha avuto nel corso degli anni.

A tal proposito è degno di nota l'ampio cortile interno, spettacolari i tre livelli di colonne che rendono più leggera una struttura imponente come il castello.


Del complesso del castello fa parte anche la Cattedrale cittadina, intitolata ai Santi Stanislao e Venceslao. La cattedrale è il Pantheon Polacco ed è stata tradizionalmente la cattedrale dove sono stati incoronati i Reali polacchi.



All'interno del museo del castello è custodito il ritratto di Cecilia Gallerani, meglio conosciuto come "La dama con l'Ermellino" di Leonardo da Vinci.





Kazimiers.

Il quartiere ebraico di Cracovia è sede di una comunità ancora attiva. Molto ruota intorno alla piazza Szeroka dove convergono le sinagoghe Stara, Wysoga e Remuh. Quest'ultima ospita un cimitero ebraico che venne devastato dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, ma un'opera di restauro colossale ne ha permesso la sopravvivenza rendendolo uno dei cimiteri ebraici meglio conservati d'Europa.

Tutto il quartiere sopravvive sull'antica impronta del ghetto, con musei che raccontano la storia ebraica in Polonia fin oltre la deportazione. A tal proposito andrebbe visitato il museo ebraico della Galizia, ricco di immagini e reperti.







Spero che il mio passaggio a Cracovia, ma più in generale in Polonia, possa concludersi con con un "Arrivederci, a presto!" visto che le impressioni che ho colto da questo luogo sono state tutte molto positive. Il territorio immenso che costituisce questa nazione andrebbe battuto palmo a palmo, cavalcando l'onda della sorpresa che il primo "contatto" mi ha regalato.
Quindi, A PRESTO! Polonia....

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